Sostiene Pereira. Una testimonianza - 9788807813818

"Pereira sostiene che la città sembrava in mano alla polizia, quella sera. Ne trovò dappertutto. Perse un taxi fino al Terreiro do Paco e, sotto i portici, c’erano camionette e agenti con i moschetti. Forse avevano paura di manifestazioni o di concentrazioni di piazza, e per questo presidiavano i punti strategici della città. Lui avrebe voluto proseguire a piedi ma non ebbe il coraggio di passare davanti a quei militari sinistri e così prese il tram. Qui scese, sostiene, e trovò altra polizia. Questa volta dovette passare di fronte ai drappelli, e questo gli provurò un leggero malessere". ’Sostiene Pereira’ è, molto probabilmente, il capolavoro di Antonio Tabucchi. Romanzo agre, oscuro, che vive di penombre grigiastre ed umide, che fanno male alla pelle, rimemora (in un tribunale ideale che è il tribunale della Letteratura) una storia, una trama, una piccola grande vicenda per descrivere la condizione ammorbata d’una intera nazione. Oggetto dell’opera, infatti, non è Pereira ma il Portogallo di Salazar (viene da consigliare, subito dopo, lo splendido ’L’anno della morte di Ricardo Reis’ di Saramago per comprendere come mostra i suoi segni la dittatura lusitana) con i suoi proclami, i suoi giornali strilloni, le sue bandiere fierissime, le sue navi da guerra, le sue spie infiltrate, le sue mance al popolo e con la polizia militaresca che piantona ogni via, ogni piazza, ogni angolo. Un uomo libero in un regime di polizia: così sostiene Pereira, così sostiene Tabucchi

E’ un libro che ho letto voracemente (non c’è un termine diverso che identifichi il mio approccio con il romanzo) in due giorni. Uomo straordinario in quell’essere allo stesso tempo, soggetto e oggetto del conflitto con le sue anime: quella afferente al suo passato, avulsa dagli eventi storici, dalla guerra civile, dal nuovo che prepotentemente si affacciava nella sua vita e l’approccio con l’egemonia della nuova anima che gli chiedeva il cambiamento, il coinvolgimento alla vita presente. Consiglio di soffermarsi sulla conversazione tra Pereira e il Dottor Cardoso a proposito della confederazione di anime e del potere dell’una sull’altra in luogo di un cambiamento interiore.