Open. La mia storia

“Odio il tennis, lo odio con tutto il mio cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco”, così definisce il suo rapporto con questo sport uno dei suoi più grandi rappresentanti. Andre Agassi ripercorre in maniera molto lucida tutte le tappe della sua formazione, come sportivo e come uomo. Gli allenamenti sfiancanti a Las Vegas sul campo costruito per lui dal padre-allenatore, uomo piuttosto rude e ossessionato dal desiderio di trasformare suo figlio in un grande tennista. Gli incubi notturni dell’Andre bambino ruotano tutti attorno al “drago” sputapalle modificato, di paterna invenzione: un oggetto dall’aspetto mostruoso e capace di lanciare palle a 180 chilometri all’ora. L’approdo alla Academy di Bollettieri, l’estrema solitudine di quegli anni e la conseguente voglia di ribellione. Il rapporto privilegiato con il fratello Philly, l’amico Perry e, soprattutto, il trainer-guardia del corpo Gil Reyes. La sfida infinita con il nemico di sempre Pete Sampras. I matrimoni: quello glamour con Brooke Shields e quello solido, duraturo con Steffi Graf. La nascita dei due figli Jaden Gil e Jaz Elle. L’orgoglio per la fondazione della Andre Agassi College Preparatory Academy, che permette ai ragazzi più poveri di avere un’istruzione ed un futuro più sereno. E’ alla sua scuola che, attualmente, Agassi dedica gran parte del suo tempo. Una biografia scritta con un linguaggio molto semplice e chiaro, imperdibile per tutti gli appassionati di tennis, ma soprattutto per tutti coloro che hanno amato questo tennista geniale, controverso, originale, che, senza dubbio, ha mostrato al mondo un modo di giocare che fino a quel momento, semplicemente, non si era mai visto.