Rifrazioni

Rifrazioni: Nella ricchezza e varietà dei percorsi, la nuova raccolta di Elio Pecora è come un vasto poema cresciuto su se stesso assorbendo pensieri e figure, momenti di riflessione e frammenti di memoria. Immagini di una realtà personale e storica che riaffiorano e si intrecciano nella limpida classicità di pronuncia di un autore sempre fedele a se stesso e indifferente alle tendenze letterarie dei tempi. Pecora osserva con occhio critico la nostra epoca «che plaude all'urlo e allo scandalo», eppure sa che il destino dell'uomo può essere quello, in certi interstizi della storia, di «annaspare nel fango occhieggiando le stelle». Anche perché sa bene che l'esserci autentico si fonda sull'adesione al presente, poiché «Non si pronuncia la felicità, sta ferma nell'istante», e sebbene precipiti «l'ora, pure è la sola eternità / nella quale attestarsi». Non di meno il «pensiero del cuore», la più fidata guida del poeta, sa che il passato è un'immensa risorsa a cui continuamente attingere e che sempre ci convoca, essendo noi parte, come avrebbe detto Giovanni Raboni, della civile comunità dei vivi e dei morti. Ed ecco allora che Pecora porta sulla scena, nel suo canto e nei suoi affreschi densi di varie aperture cromatiche e sonore, personaggi della nostra letteratura, scomparsi ma ancora vivi nelle loro opere (come Erba, Bellezza, la Morante, Palazzeschi, la Rosselli, Moravia, Wilcock, la Sanvitale, Penna), ma anche più semplici figure anonime della sua memoria familiare o della sua terra. "Rifrazioni" è dunque densissimo di pensieri e sensazioni, di frammenti di dolore e gioia, frutto di u
In the richness and variety of paths, the new collection of Elio Pecora is like a vast poem grown on itself absorbing thoughts and figures, moments of reflection and fragments of memory. Images of a personal and historical reality that resurface and intertwine in the clear classicism of pronunciation of an author always faithful to himself and indifferent to the literary trends of the times. Pecora observes with a critical eye our age "that applauds the scream and the scandal", yet he knows that the fate of man can be that, in certain interstitials of history, of "drowning in the mud, staring at the stars". Also because he knows well that the authentic being is based on adherence to the present, since "Happiness is not pronounced, it stands still in the instant", and although "the hour falls, it is also the only eternity / in which to stand." Nevertheless, the "thought of the heart", the poet's most trusted guide, knows that the past is an immense resource to which he continually summons us, being part of, as Giovanni Raboni would have said, of the civil community of the living and the dead. And so sheep brings to the scene, in his singing and in his frescoes dense with various chromatic and sound openings, characters of our literature, disappeared but still alive in their works (such as Grass, Beauty, the Morante, Palazzeschi, the Rosselli, Moravia, Wilcock, the Sanvitale, Pen), but also more simple anonymous figures of his family memory or his land. "Refractions" is therefore full of thoughts and sensations, fragments of pain and joy, the fruit of a