Ripassi di addio - 9788874954810

Ripassi di addio: Si sa che i "passi di addio" meritevoli di qualche attenzione sono in realtà dei "ripassi": ritorni affettivi e conoscitivi sulle discontinuità che chiudono, per qualche aspetto, una stagione di vita e ne aprono altre, tutte da scoprire o riconoscere, in questo caso anzi da abitare. Sì, perché i versi di questa raccolta di Benito Regis nascono a margine a un banale quanto fastidioso cambio di residenza: da un vetusto e fatiscente palazzo mantovano a una restaurata casa condominiale, proprio dietro al Duomo. Un evento che segna: la distanza in linea d'aria è poca cosa, non più di duecento metri, ma bastante a cambiare stabilmente un punto di osservazione consolidatosi negli anni e a sottrarre le costanti, o ritornanti, atmosfere di un quotidiano divenuto ormai paesaggio dell'anima. Da qui una serie di intuizioni sparse in un trittico a suo modo "esistenziale": dove gli spunti narrativi fanno emergere non lievi domande di senso. Da dove a qui? Perché oggi invece che anni fa? Per quali sorprese o conferme? Per quale "terra promessa"? Domande non oziose né eccessive se il presupposto di fondo è che tutto avvenga all'interno di un grande, sconfinato disegno, misterioso e affidabile.
It is known that the "Farewell" steps that deserve some attention are actually "review": cognitive and affective returns on discontinuity that close, for some aspects, a season of life and open others, all to be discovered or recognize, in this case indeed to inhabit. Yes, because the verses in this collection of Benito Regis born on the sidelines in a trivial how annoying change of residence: from an ancient Mantuan Palace to a restored communal house and crumbling, just behind the Cathedral. An event marking: the distance the Crow is a small thing, no more than two hundred meters, but enough to permanently change a consolidated viewpoint over the years and to subtract the constants, or returning, a newspaper's atmospheres become landscape of the soul. From here a series of insights across a triptych in its own way "existential": where the narrative cues give rise to serious questions of meaning. Where from here? Why now rather than years ago? What surprises or validation? For which "promised land"? Questions not idle nor excessive if the assumption is that everything happens within a large, vast, mysterious and reliable design.