Quadernetto sulla timidezza - 9788884406668

Quadernetto sulla timidezza: Che cos'è che ci fa arrossire al momento di parlare in pubblico, balbettare davanti al lui o alla lei su cui vogliamo far colpo, rompere un bicchiere nel bel mezzo di una cena formale, tremare di fronte al capo a cui stiamo chiedendo un aumento? Cos'è che, insomma, ci rende goffi nelle situazioni in cui invece si richiederebbe da noi la massima disinvoltura? La timidezza è una strana "malattia", come racconta in questo saggio coraggiosamente autobiografico il romanziere Philippe Vilain. Tormentato fin da ragazzo da un'invincibile timidezza, Vilain conduce il lettore in un viaggio attraverso la grande letteratura del passato e i suoi ricordi personali, senza censure e senza la paura di svelare perfino le proprie piccole meschinità, ma riuscendo a mettere in luce anche gli aspetti positivi e l'inaspettato valore di un sentimento in realtà molto diffuso. Solo chi è timido, cioè abituato a scrutare sempre a fondo se stesso e chi gli sta accanto, è capace di capire veramente gli altri, coglierne immediatamente le debolezze, ma anche le qualità. Questo nuovo "male del secolo" - suggerisce Vilain - non è quindi da vedersi in un'ottica solo negativa, come un difetto, un ostacolo al successo nel mondo, ma anche come una risorsa, una marcia in più che aiuta a comprendere cose che ai non-timidi sono precluse. E così che la timidezza può diventare una "meravigliosa disgrazia".
What is it that makes us blush when speaking in public, stutter in front of him or her on which we want to impress, breaking a glass in the middle of a formal dinner, trembling in front of the boss that we're asking for a raise? What is that, you know, makes us clumsy in situations where you would take from us the utmost ease? Shyness is a strange "disease", as told in this essay boldly autobiographical novelist Philippe Vilain. Tormented as a boy from an invincible shyness, Vilain leads the reader on a journey through the great literature of the past and his personal recollections, uncensored and without fear to reveal even their own small meanness, but managing to highlight positive aspects and the unexpected value of a sentiment actually widespread. Only those who are shy, i.e. used to scrutinize thoroughly himself and those next door, it's able to really understand the other, grasp immediately the weaknesses, but also the quality. This new "evil of the century"-suggests Vilain-is therefore not to be seen from a perspective only negative, as a defect, an obstacle to success in the world, but also as a resource, an edge that helps to understand things that non-shy are precluded. And so that shyness can be a "disgrace".