Editori indipendenti e bibliodiversità - 9788865800119

Editori indipendenti e bibliodiversità: Cos'è un editore indipendente? È per natura un "editore di progetto"? Un grande gruppo può essere un editore indipendente? In un contesto di concentrazione e di finanziarizzazione, come fa l'editore a essere e a rimanere indipendente giorno dopo giorno, mantenendo il suo ruolo indispensabile di promotore di idee? Lungi da qualsiasi caricatura, sviluppando un ragionamento basato su "una certa idea dell'editoria", Gilles Colleu ci svela alcune delle caratteristiche dell'editore indipendente di progetto. Ci spiega l'importanza di fondare la propria attività editoriale su un lungo ciclo di vita dei titoli per creare un catalogo coerente e duraturo. Allo stesso modo, l'autore ci mostra che è ancora possibile preservare la propria indipendenza, in particolar modo mantenendo un certo controllo sulla promozione e sulla distribuzione, e stabilendo rapporti privilegiati con i librai. Il dibattito non verte esclusivamente sulla progettazione, ma anche su una necessaria diversità editoriale, chiamata anche bibliodiversità, che deve e può essere favorita dai poteri pubblici. La diversità della produzione e la sua qualità non sono infatti indispensabili per la formazione di un "cittadino-lettore"?
What is an independent publisher? Is he by nature a "project editor"? Can a large group be an independent publisher? In a context of concentration and financialization, how does the publisher be and remain independent day after day, maintaining its indispensable role as promoter of ideas? Far from any caricature, developing a reasoning based on "a certain idea of publishing", Gilles Colleu reveals some of the characteristics of the independent project publisher. He explains the importance of basing one's publishing activity on a long life cycle of titles to create a coherent and lasting catalog. In the same way, the author shows us that it is still possible to preserve one's independence, especially by maintaining a certain control over promotion and distribution, and by establishing privileged relationships with booksellers. The debate is not only about design, but also about a necessary editorial diversity, also called bibliodiversity, which must and can be fostered by the public authorities. Are not the diversity of production and its quality indispensable for the formation of a "citizen-reader"?