Costantino il vincitore - 9788869731389

Costantino il vincitore: Costantino è il primo imperatore cristiano. È il sovrano che si è convertito prima della battaglia di Ponte Milvio, dopo aver visto in cielo la croce con la scritta In hoc signo vinces, e che ha messo fine alle persecuzioni, concedendo libertà di culto ai cristiani. Ma cosa sappiamo realmente di lui? In passato la storiografia diffidava di Costantino, giudicandolo un cinico politicante guidato da calcoli elettorali. Ma dall'ultimo dopoguerra fra gli storici si è diffuso un clima di ammirazione e di ossequio verso il protagonista di quella che molti ritengono la più grande svolta storica mai avvenuta. In questo libro fortemente polemico, Alessandro Barbero ci dice che è impossibile ricostruire con certezza il personaggio di Costantino e che la storiografia recente dà prova di un'inquietante mancanza di spirito critico, sia nei toni celebrativi con cui presenta la figura dell'imperatore, sia nell'ingenuità con cui accetta come autentiche, fonti che meriterebbero un approccio ben più scettico e che, in realtà, se prese alla lettera - lungi dal giovare alla sua immagine - dipingerebbero il profilo poco edificante di un tiranno disturbato.
Constantine is the first Christian emperor. He is the ruler who converted before the Battle of Ponte Milvio, after seeing in heaven the cross with the inscription In hoc signo vinces, and who put an end to persecution, granting freedom of worship to Christians. But what do we really know about him? In the past, historiography distrusted Constantine, judging him to be a political cynic led by electoral calculations. But since the last post-war period among historians there has been a climate of admiration and respect for the protagonist of what many consider the greatest historical turning point ever. In this highly polemical book, Alessandro Barbero tells us that it is impossible to reconstruct with certainty the character of Constantine and that recent historiography shows an unsettling lack of critical spirit, both in the celebratory tones with which he presents the figure of the emperor, both in the naivety with which he accepts as authentic, sources that deserve a much more skeptical approach and which, in fact, if taken literally - far from benefiting his image - would paint the unedifying profile of a tyrant Disturbed.