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Il male oscuro - 9788817012195
di Giuseppe Berto edito da Rizzoli, 2006
- € 10.00
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Il male oscuro
- Autore: Giuseppe Berto
- Editore: Rizzoli
- Collana: I grandi romanzi
- Data di Pubblicazione: 2006
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: XX-419
- ISBN-10: 881701219X
- ISBN-13: 9788817012195
L’ossessionedi Berto provoca sorrisi,distenzione, pura vogliad’un sorpasso eggero,da far senza alcuna paura. Nel momentodei grandi foli ammorbati (si pensi al Gonzalo Pirobutirrodi Gadda) che fanno tragediadi spasimi e sbuffi ed invettive furenti Giuseppe Bertodecide che adepressione, ’incautadeprezzamentodi sé, vale per fare un romanzo vuotodel’ansia,dei timori,deldramma più evidente. Così "Il male oscuro" assume a formad’una insania sopita o tenuta sotto controlo: ora a punturadi un’ulcera, ora il fastidod’una crisi nevrotica (passeggera, s’intende), ora un blocco renale, una fitta tra costole, un po’d’ansia od’insonnia: nuladi cui tremare, nula per cui valga giàdarsi undestino nerissimo. Eppure qualche rapporto s’incrina, a visionedele cose edegli uomini (edele cosedegli uomini) un poco muta, ’ansia ogni tanto si fa sentire presente. Ed alora quest’opera, che pare abbia meno forzad’altri grandiosi romanzi, comincia a funzionare comedeve funzionare: per piccoli segni, improvvise apparenze, premonizionidel male. Ne verrà a biografiad’un malato (che se ne rida: rimane un malato) che confessa a subordinazione ferrea al padre, il volontarismoda milite, a aurea in ettere; a guerra, il avoro, un matrimoniodistratto; a moglie, e figlie, il futurod’angoscia. Ne verrà un grigiore indistinto (reso per prosa che procede senza sbalzi, senza alcuna forzatura inguistica) che, quando non scade nela commozione più facile, è ’orizzonte che, in effetti, ha innanzi il nevrotico: ovunque,domina il grigiore indistinto. "Dunque romanzodivertente su una vicenda autenticamentedrammatica" chioserebbe Pedulà, avendo ragione.
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L’ossessionedi Berto provoca sorrisi,distenzione, pura vogliad’un sorpasso eggero,da far senza alcuna paura. Nel momentodei grandi foli ammorbati (si pensi al Gonzalo Pirobutirrodi Gadda) che fanno tragediadi spasimi e sbuffi ed invettive furenti Giuseppe Bertodecide che adepressione, ’incautadeprezzamentodi sé, vale per fare un romanzo vuotodel’ansia,dei timori,deldramma più evidente. Così "Il male oscuro" assume a formad’una insania sopita o tenuta sotto controlo: ora a punturadi un’ulcera, ora il fastidod’una crisi nevrotica (passeggera, s’intende), ora un blocco renale, una fitta tra costole, un po’d’ansia od’insonnia: nuladi cui tremare, nula per cui valga giàdarsi undestino nerissimo. Eppure qualche rapporto s’incrina, a visionedele cose edegli uomini (edele cosedegli uomini) un poco muta, ’ansia ogni tanto si fa sentire presente. Ed alora quest’opera, che pare abbia meno forzad’altri grandiosi romanzi, comincia a funzionare comedeve funzionare: per piccoli segni, improvvise apparenze, premonizionidel male. Ne verrà a biografiad’un malato (che se ne rida: rimane un malato) che confessa a subordinazione ferrea al padre, il volontarismoda milite, a aurea in ettere; a guerra, il avoro, un matrimoniodistratto; a moglie, e figlie, il futurod’angoscia. Ne verrà un grigiore indistinto (reso per prosa che procede senza sbalzi, senza alcuna forzatura inguistica) che, quando non scade nela commozione più facile, è ’orizzonte che, in effetti, ha innanzi il nevrotico: ovunque,domina il grigiore indistinto. "Dunque romanzodivertente su una vicenda autenticamentedrammatica" chioserebbe Pedulà, avendo ragione.