Il mio pensiero non vi lascia. Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino - 9788845926440

Il mio pensiero non vi lascia. Lettere a Gianfranco Draghi e ad altri amici del periodo fiorentino: Ci sono prosatori che proprio nelle lettere raggiungono una sorta di perfezione assoluta: riuscendo, nel breve volgere di una frase, a toccare vertici di bellezza e di intensità. Che la Campo sia uno di essi lo hanno dimostrato le "Lettere a Mita" e "Caro Bul": e ne è una conferma questo terzo pannello dell'epistolario, che raccoglie le lettere scritte agli amici del periodo fiorentino (e ad alcuni altri che a questi si riallacciano). Nel 1956 Cristina è costretta ad abbandonare Firenze per Roma; e gli anni romani saranno costantemente segnati dal ricordo struggente di quel giardino incantato che era la cerchia degli "amici d'infanzia": Piero Draghi, Anna Bonetti, Giorgio Orelli, Mario Luzi. A tutti loro scrive dal suo "esilio" parole di nostalgico affetto ("C'è con voialtri, nell'aria, odore di latte"), ma il più rimpianto è senza dubbio Gianfranco Draghi, quel Gian che guarda ai suoi stessi "fari" (i più luminosi: Hofmannsthal e Simone Weil), lo scrittore e il poeta di cui ammira sia la personalità sia l'opera, l'amico che "conosce sempre, sottilmente, il disegno del tempo, e trova la parola magica da incidervi". A lui una Cristina ancora dolente per una pena d'amore chiede di assicurarle "che la felicità esiste", ma anche di impegnarsi a favore di Danilo Dolci; con lui parla di Roma, che va scoprendo con meraviglia, delle sue letture, dei suoi momenti bui e dell'importanza della loro amicizia nella sua vita.
We are talking that in the letters reach some sort of absolute perfection: succeeding in the short space of a sentence, to touch the top of beauty and intensity. That the field is one of them demonstrated "letters to Mita" and "Bul": and it was a confirmation that third panel of correspondence, which collects the letters written to friends of Florentine period (and a few others that these relate). In 1956 Cristina is forced to abandon Florence to Rome; and the Roman years will be constantly marked by poignant reminder of that enchanted garden that was the circle of "childhood friends": Piero Dragons, Anna Bonetti, Giorgio Orelli, Mario Luzi. To all of them she writes from his "exile" words of nostalgic affection ("is there with you guys, in the air, smell of milk"), but the most regret is no doubt Gianfranco dragons, that Gian looking to his own "headlights" (brightest: Hofmannsthal and Simone Weil), writer and poet whose admires both the personality is the work, the friend who "always knows, subtly, the design of the time and find the magic word from engraving ". To him a painful yet for a penalty of love Cristina asks to assure "that happiness exists", but also to engage in favor of Danilo Dolci; with him speaks of Rome, which is discovering with wonder, of his reading, its dark moments and the importance of their friendship in her life.