Dal gene al genio. «Flusso d'inconscienza per Carmelo Bene» teatro - 9788859611677

Dal gene al genio. «Flusso d'inconscienza per Carmelo Bene» teatro: "Contorte, piegate secondo angoli inusuali, inarcate e tese al limite della indicibilità le parole dell'ultima raccolta poetica di Luciano Fusi, 'La stanza di Haar'". Credo che questo giudizio di Luciano Luciani possa essere assunto come punto di partenza per interpretare l'intera opera di Luciano Fusi, che vive la sua poesia come un evento ed un avvento umano e meta culturale insieme. Infatti, per la sua naturale inquietudine, dialoga con i grandi Dino Campana, Caravaggio, Vincent Van Gogh, Arthur Rimbaud, Carmelo Bene che ci hanno consegnato una visione ultima ed estrema del mondo possibile usando, per questo, elaborazioni linguistiche che vengono dal profondo. Dialogare con i grandi e, comunque, con i visionari. Questa volta l'autore, uomo di teatro, dedica ad uno dei suoi "miti", Carmelo Bene, un poemetto per il teatro in cui voce e scrittura nascono insieme, in una sorta di intuizione che vibra lungo le corde di un "amore totale", auditivo, volto a fare emergere, nello scrivere e nel dire, la figura stessa di Carmelo Bene. E in questa evocazione la poesia di Fusi non si fa didascalica, ma si potenzia nella plasticità della parola ancora non fermata nella pagina.
"Twisted, bent unusual angles, buckled and strained to the limit of the unspoken words of last poetic collection of Luciano merged, Haar's room '". I think this judgment of Latief may be taken as the starting point for interpreting the entire artwork of Luciano, who lives her poetry as an event and an advent human and cultural destination together. In fact, for its natural restlessness, interacts with the big Dino Campana, Caravaggio, Vincent Van Gogh, Arthur Rimbaud, Carmelo Bene that they delivered a vision last and extreme in the world as possible using, for this, linguistic elaborations coming from deep. Dialogue with large and, in any event, visionaries. This time the author, man of the theatre, dedicated to one of his "myths," Carmelo Bene, a poem for the stage where voice and writing come together, in a kind of intuition that vibrates along the strings of a "total love", aurally, aiming to bring out, in writing and in saying, the figure of Carmelo Bene. And in this evocation of poetry is not didactic, but is enhanced in the plasticity of the Word still doesn't stop on the page.