Il sublime al tempo del contemporaneo - 9788806215699

Il sublime al tempo del contemporaneo: I fondamenti dei progetti di architettura di successo mediático hanno proposto negli ultimi trent'anni un rovesciamento dell'idea di sublime come identificazione con la cultura del capitalismo finanziario globalizzato. Ciò impedisce ogni presa di coscienza di una distanza critica che permetta di leggere le contraddizioni che presiedono lo stato attuale delle cose e la costituzione di linguaggi capaci di proporre possibilità alternative. Le illusioni che hanno connesso, con straordinari risultati, razionalismo e Repubblica di Weimar, costruttivismo e prima rivoluzione sovietica, non ci sono più consentite; ma ciò non significa che le forme dell'architettura non debbano essere volte anche oggi alla ricerca della verità, che non è prima ma è nella concreta forma della nuova cosa; anche attraverso la finzione ma mai attraverso la menzogna. Forme che debbono costruire possibilità altre di conoscenza, senza rispecchiamenti di ideologie come falsa coscienza. Per Gregotti è quindi importante opporsi a qualsiasi disgiunzione dell'architettura non solo dalla politica ma anche dal contesto, dalla coscienza della storia, dall'uso, dalla regola come misura di ogni eccezione, al fine di mettere in atto, per mezzo delle forme dell'architettura, una nuova critica positiva della realtà capace di proporre una modificazione creativa dello stato delle cose.
The fundamentals of successful media projects have proposed over the last thirty years, a reversal of the idea of the sublime as an identification with the culture of globalized financial capitalism. This prevents any awareness of a critical distance that allows to read the contradictions underlying the current state of affairs and the creation of languages capable of offering alternative possibilities. The illusions that are often associated with extraordinary results, rationalism and the Weimar Republic, constructivism and before Soviet Revolution, there are no longer allowed; but that does not mean that the forms of architecture should not be times even today in search of truth, which is not first but is in the concrete form of the new thing; even through the fiction but never through the lie. Forms that have to build other possibilities of knowledge, no reflections of ideology as false consciousness. Is therefore important to Gregotti oppose any disjunction of architecture not only politics but also from the context, from the consciousness of history, by use, by the rule as a measure of each exception in order to implement, by means of the forms of architecture, a new positive criticism of reality capable of proposing a creative modification State of affairs.