Dottrine e pratiche degli Eletti Cohen - 9788864964799

Dottrine e pratiche degli Eletti Cohen: «C'è una bella osservazione che Maeterlick fa nel Tesoro degli umili. Ci sono secoli ideali, in cui l'intelligenza e la bellezza regnano con pudore, ma in cui l'anima non si manifesta. Il XVIII secolo fa eccezione, perché sotto le pieghe del divenire abbiamo personalità come Claude de Saint-Martin, [...] Martinez de Pasqually e molti altri. Non possiamo che approvare la citazione del filosofo di Amboise e del Maestro degli Eletti Cohen. Quello che possiamo contestare è l'ordine della citazione, come se il primo fosse più importante del secondo. Saint-Martin e Martinez sono i rappresentanti più illustri delle tendenze spirituali del loro tempo, i capi più incisivi di una resistenza dello Spiritualismo all'avanzare del materialismo razionalista ma è far torto al secondo considerarlo minore. Sicuramente le opere del Filosofo Incognito sono state lette in tutta Europa, ma la loro specificità le rendeva pressoché oscure alla quasi totalità dei suoi lettori, con l'eccezione di rari privilegiati. Saint-Martin non fu né un caposcuola né un mistico mondano, più che altro amò essere un estatico solitario. Martinez per molto tempo fu la prima e unica guida di Saint-Martin sulla via dell'Iniziazione ed ebbe, al contrario, la tempra del capo, seppe dare alle sue dottrine una struttura, trovare il modo per metterle in pratica e fare proseliti per un Ordine molto organizzato. L'importanza storica di Martinez è dunque di gran lunga superiore a quella di Saint-Martin e ripercorrere la storia dell'Ordine degli Eletti Cohen significa svelare qualcosa che il XVIII secolo non ha detto.
"There is a fine observation that Maeterlick makes in the Treasury of the humble. There are ideal centuries, in which intelligence and beauty reign with modesty, but in which the soul does not manifest itself. The eighteenth century is an exception, because under the folds of becoming we have personalities like Claude de Saint-Martin, [...] Martinez de Pasqually and many others. We can only approve the quote of the philosopher of Amboise and the Master of the Elected Cohen. What we can dispute is the order of the quote, as if the first was more important than the second. Saint-Martin and Martinez are the most illustrious representatives of the spiritual tendencies of their time, the most incisive leaders of a resistance of Spiritualism to the advance of rationalist materialism but it is to blame the second consider it minor. Certainly the works of the Philosopher Incognito have been read throughout Europe, but their specificity made them almost entirely obscure to almost all of its readers, with the exception of the privileged rarities. Saint-Martin was neither a schoolmaster nor a worldly mystic, more than anything he loved to be a lone ecstatic. Martinez for a long time was Saint-Martin's first and only guide on the way to Initiation and had, on the contrary, the temper of the chief, he knew how to give his doctrines a structure, find a way to put them into practice and proselytize for a very organized Order. Martinez's historical importance is therefore far greater than that of Saint-Martin, and retracing the history of the Order of the Chosen Cohen means revealing something that the 18th century did not say.