Meridiano di sangue - 9788806141936

Tra i vertici narrativi di McCarthy, Meridiano di sangue rappresenta la zona d’ombra del mito della frontiera. Non si tratta semplicemente di un romanzo che racconta l’altra faccia del west, e forse nemmeno di una grande riflessione sulla violenza. Questo libro sinistro è letteralmente impastato nel sangue, è fatto di violenza, tanto che è possibile dire che la violenza è il suo personaggio principale. Il giovane protagonista, uno scavezzacollo sempre pronto a menar le mani, viene catapultato in un viaggio nell’America più profonda e oscura. Nel suo peregrinare andrà ad incontrare il cammino di personaggi feroci e terribili, tra cui si staglierà come un monolito il Giudice, essere astutissimo ed amorale, che messa su una banda di spietati tagliagole parte per una spedizione all’Inferno. Il gruppo di bounty killers viene assoldato da vari sindaci e governatori per dare la caccia ai pellerossa; e sarà una orribile discesa agli inferi, cui il protagonista prenderà parte, uccidendo e scalpando guerrieri, uomini, donne, vecchi e perfino bambini. Il sangue scorrerà, ogni remora perduta. Il gruppo di tagliagole si perderà in un susseguirsi di eventi sempre più caotici e casuali, tra cacciare ed essere cacciati; in questa odissea folle e disperata gli uomini cadrano, si tradiranno, si abbandoneranno a ogni abuso. Non ci saranno redenzioni, e ognuno dovrà piegare il capo all’unica regola esistente: quella del sangue.

Aldilà dell’esaltazione eroica del western cinematografico rimane soltanto la corrosiva desolazione di un olocausto immotivato e mai riconosciuto come tale. Le riarse lande insanguinate che ci offre McCarthy sanno rievocare questo bagno di follia primigenia con scorci narrativi e descrittivi dove il lirismo aggredisce gli ingranaggi, lucidamente razionali, dell’intreccio quasi inesistente, azione che si fa ripetizione di morte ciclica, come i revolver incrostati di sabbia si inceppano soltanto per essere puliti e tornare ad ammazzare. Il tamburo delle pistole ruota, mentre il sole cocente fa impazzire gli uomini e gli scalpi si accumulano secchi alle bardature dei cavalli. Un western in cui il cavallo, non più amico fedele, può essere la cena e nel quale piccoli bimbi Apache scalpati sono la rappresentazione più veritiera dello stato di natura. Cowboy filosofi che dissentono sul valore della conoscenza con gli stivali sporchi del cervello dei propri simili. Non ci sono nè simili nè colpevoli nè fratelli, sotto questa pioggia di sangue.