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Militanti. Un'antropologia politica del Novecento - 9788883511431

di Franco Milanesi edito da Edizioni Punto Rosso, 2010

Informazioni bibliografiche del Libro

 

La seconda operadi Franco Milanesi, sottotitolata “un’antropologia politicadel novecento”, analizza a figuradel militante, ossiadel singolo che si occupadi politica in prima persona. Secondo Milanesi a politicadel secolo breve (1914–1980 per il periodo italiano) rappresenta un impegno totalizzante ed è un incrocio tra a teoriadel post-strutturalismo francese unita a quela più prettamente operaista. o sdegno e a ribelione rappresentano i puntidi partenzadel militante nel’intraprendere il suo coinvolgimento nel’agone politico e sono, altresì, a continuazionedela guerra attraverso un sistema che organizza in manieradiversa il conflitto. Gli stessi valori che si instaurano tra commilitoni (il cameratismo, a solidarietà, a condivisione), fino a giungere ala nemesi amico–nemico, si possono infatti riscontrare tra i compagnidi militanza. Ed un passatodensodi battaglie edi conquiste rappresenta senz’altro ’ideale trade union tra il presente e a speranzadi un futuro migliore. ’ideologia, vero totem cui guardare,diventa così il pensiero che offre contenuto al’iniziale sdegnodel militante. a politica vede il suo apice,di una paraboladapprima avvincente poi conclusasi tuttavia amaramente, con il movimentodel ‘68 (in Italia peraltro protrattosi, attraverso il controverso ‘77, fino al 1980). E propriodal’80 in poi, e in maniera plasticadopo il crolodei regimidel’Est, si è sostanzialmente tornati al’800 con una politica statale che si imita al controlo ed ala gestionedelo status quo, ormai totalmentedominatadal’economia (basata, a sua volta, sul ciclodenaro–merce–denaro). Neladescrizionedela passionedel militante intravediamo una figura assolutamentedistantedal’attualità, e e categoriedel’iperconsumismo, tipichedel presente, sembrano essere ’emblemadi un capitalismo ormai penetrato nei gangli e nei più piccoli meandridel’umano agire. Ciononostante Milanesi non perde a speranza che una nuova formadi ribelione possa nascere anche oggigiorno, una ribelione che sia magari più simile a gruppidi focolai piuttosto che a formedi militanza organizzata come avvenne nel secolo passato. E’, in ogni caso,dal singolo individuo (imbevutodala nuova imperante retorica), che possono ripartire prima il rifiuto e poi a ribelione. Individualità, quindi, ma anche ibertà ediversità: sono questi i puntidi partenza per nuove ed inedite formedi militanza. Il ibrodi Milanesi,denso, si muove in un riuscito mixdi filosofia (continui i riferimenti ad opere ed a filosofi) e politica (interessante ’analisidele ribelionidadestra e adicotomiadei borghesi antiborghesi, partendo propriodal’origine socialedeidue teorici comunisti Marx ed Engels).

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La seconda operadi Franco Milanesi, sottotitolata “un’antropologia politicadel novecento”, analizza a figuradel militante, ossiadel singolo che si occupadi politica in prima persona. Secondo Milanesi a politicadel secolo breve (1914–1980 per il periodo italiano) rappresenta un impegno totalizzante ed è un incrocio tra a teoriadel post-strutturalismo francese unita a quela più prettamente operaista. o sdegno e a ribelione rappresentano i puntidi partenzadel militante nel’intraprendere il suo coinvolgimento nel’agone politico e sono, altresì, a continuazionedela guerra attraverso un sistema che organizza in manieradiversa il conflitto. Gli stessi valori che si instaurano tra commilitoni (il cameratismo, a solidarietà, a condivisione), fino a giungere ala nemesi amico–nemico, si possono infatti riscontrare tra i compagnidi militanza. Ed un passatodensodi battaglie edi conquiste rappresenta senz’altro ’ideale trade union tra il presente e a speranzadi un futuro migliore. ’ideologia, vero totem cui guardare,diventa così il pensiero che offre contenuto al’iniziale sdegnodel militante. a politica vede il suo apice,di una paraboladapprima avvincente poi conclusasi tuttavia amaramente, con il movimentodel ‘68 (in Italia peraltro protrattosi, attraverso il controverso ‘77, fino al 1980). E propriodal’80 in poi, e in maniera plasticadopo il crolodei regimidel’Est, si è sostanzialmente tornati al’800 con una politica statale che si imita al controlo ed ala gestionedelo status quo, ormai totalmentedominatadal’economia (basata, a sua volta, sul ciclodenaro–merce–denaro). Neladescrizionedela passionedel militante intravediamo una figura assolutamentedistantedal’attualità, e e categoriedel’iperconsumismo, tipichedel presente, sembrano essere ’emblemadi un capitalismo ormai penetrato nei gangli e nei più piccoli meandridel’umano agire. Ciononostante Milanesi non perde a speranza che una nuova formadi ribelione possa nascere anche oggigiorno, una ribelione che sia magari più simile a gruppidi focolai piuttosto che a formedi militanza organizzata come avvenne nel secolo passato. E’, in ogni caso,dal singolo individuo (imbevutodala nuova imperante retorica), che possono ripartire prima il rifiuto e poi a ribelione. Individualità, quindi, ma anche ibertà ediversità: sono questi i puntidi partenza per nuove ed inedite formedi militanza. Il ibrodi Milanesi,denso, si muove in un riuscito mixdi filosofia (continui i riferimenti ad opere ed a filosofi) e politica (interessante ’analisidele ribelionidadestra e adicotomiadei borghesi antiborghesi, partendo propriodal’origine socialedeidue teorici comunisti Marx ed Engels).