Essere migranti in Italia. Per una sociologia dell'accoglienza - 9788855190831

Essere migranti in Italia. Per una sociologia dell'accoglienza: Il sistema di accoglienza italiano, col decreto Sicurezza, ha visto gravemente limitata la sua governance, ridimensionato il complesso di servizi volti a garantire ai richiedenti asilo percorsi di formazione e inclusione qualificati, prodotto una forma di accoglienza "parcheggio" che produce emarginazione e rende strutturalmente fragili i suoi ospiti, agevolandone lo sfruttamento per mezzo di datori di lavoro senza scrupoli, caporali e speculatori vari. Il decreto Sicurezza boicotta anche le espressioni ed esperienze più virtuose e inclusive. Esso amplifica forme di disagio, intolleranza e insicurezza sociale, sia percepita che reale. Sotto questo aspetto è urgente dirigersi in direzione ostinatamente contraria, investendo in un sistema d'accoglienza e d'inclusione ben organizzato, territorialmente aperto e trasparente, adeguatamente sostenuto sul piano economico, capace di elaborare, dentro un quadro di rigorosa professionalità, governance e pratiche virtuose. Peraltro queste ultime nel Paese esistono già e rappresentano forme anche di resistenza attiva alla deriva xenofoba e razzista in corso. Purtroppo, l'accesso legale al mercato del lavoro dei richiedenti asilo continua a essere un obiettivo mancato a causa della condizione degli stessi beneficiari e dell'aspirazione a mantenerli in condizioni di ricattabilità a scopo di sfruttamento. Superare gli effetti del decreto Sicurezza è urgente e rappresenta una forma di resistenza civile che può consentire al Paese di riconquistare dignità e avviare una nuova fase di progresso civile ed economico. Prefazione di Maurizio Ambro
The Italian reception system, with the Security Decree, has seen its governance severely limited, reduced the set of services aimed at ensuring qualified training and inclusion paths for asylum seekers, produced a form of "parking" reception that produces marginalization and makes its guests structurally fragile, facilitating their exploitation through unscrupulous employers, corporals and various speculators. The Security Decree also boycotts the most virtuous and inclusive expressions and experiences. It amplifies forms of discomfort, intolerance and social insecurity, both perceived and real. In this respect, it is urgent to move in a stubbornly contrary direction, investing in a system of welcome and inclusion well organized, territorially open and transparent, adequately supported economically, able to develop, within professionalism, governance and virtuous practices. Moreover, the latter already exist in the country and also represent forms of active resistance to the ongoing xenophobic and racist drift. Unfortunately, legal access to the labour market of asylum seekers continues to be a missed target due to the condition of the beneficiaries themselves and the aspiration to keep them blackmailed for exploitation. Overcoming the effects of the Security Decree is urgent and represents a form of civil resistance that can allow the country to regain dignity and start a new phase of civil and economic progress. Foreword by Maurizio Ambro