I veleni del Cremlino. Gli omicidi politici in Russia da Lenin a Putin - 9788883359385

I veleni del Cremlino. Gli omicidi politici in Russia da Lenin a Putin: La presidenza di Vladimir Putin, e forse la stessa sopravvivenza della Federazione russa, non sarebbe concepibile senza il laboratorio segreto dei delitti e delle torture di cui parla Vaksberg, progettato fin dall'inizio su ordine di Lenin e perfezionato da Stalin. Senza le montature architettate dai servizi segreti; senza l'uso spregiudicato di esplosivi e gas contro palazzi, scuole, teatri, ferrovie, aerei; senza le pozioni letali, le esecuzioni, le minacce che hanno liquidato i capi della resistenza cecena, gli oppositori liberali, i magnati riottosi, i giornalisti senza paura. Come Aleksandr Litvinenko, avvelenato con il polonio perché colpevole di aver disertato dal KGB e di essere a conoscenza di troppi segreti. Come Anna Politkovskaija, assassinata per offrire un regalo insanguinato al potente di turno e per dare un secco segnale ai cittadini russi ancora attaccati all'idea di democrazia. Gli archivi di Stato, aperti per un breve lasso di tempo nel 1991, hanno permesso a Vaksberg di ricostruire una storia che parte da lontano. Una storia di persecuzioni implacabili, di inganni crudeli, di omicidi freddi e spericolati, di morti misteriose, di sostanze che non lasciano traccia. Fino ad arrivare a oggi.
The Presidency of Vladimir Putin, and perhaps the very existence of the Russian Federation, it would not be conceivable without the secret Lab of crimes and torture mentioned Vaksberg, designed from the outset on the orders of Lenin and perfected by Stalin. Without the frames have been architected by the secret service; without the liberal use of explosives and gas against buildings, schools, theaters, railroads, airplanes; without the deadly potions, executions, threats that have liquidated the heads of Chechen resistance, the opposition Liberals, the riotous tycoons, journalists without fear. As Alexander Litvinenko, poisoned with polonium why guilty of having defected from the KGB and be aware of too many secrets. As Anna Politkovskaija, murdered in order to offer a gift to give a powerful round and bloodied the dry signal to Russian citizens still attached to the idea of democracy. The State archives, which are open for a short time in 1991, allowed Vaksberg to reconstruct a story that starts from afar. A history of relentless persecution, cruel deceptions, cold and reckless homicide, of mysterious deaths of substances which leave no trace. Until today.