Raffaele Viviani. La compagnia, Napoli e l'Europa - 9788878703322

Raffaele Viviani. La compagnia, Napoli e l'Europa: Uno degli intenti di questo libro è sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni su Viviani (la pretesa ristrettezza d'una cultura esclusivamente regionale; il "ghetto" napoletano del suo teatro; la nascita quasi casuale della sua compagnia; l'ostracismo subito dal regime fascista), e di osservare l'artista nel contesto materiale del teatro, fra le necessità pratiche della scena. La forza di Viviani fu di aver intuito, fin dall'inizio, che se avesse limitato il suo lavoro teatrale al solo allestimento degli spettacoli che aveva in mente, il successo sarebbe stato effimero. Capì che il suo teatro poteva non esaurirsi nello spettacolo, seppe guardare nello stesso tempo alla qualità degli spettacoli ed alla costituzione d'un sapere scenico, una tradizione incisa nel corpo dell'attore in scena. Ebbe la lungimirante ambizione di lavorare non soltanto per il proprio successo di attore-capo, di drammaturgo-protagonista, ma per la qualità e l'efficacia della compagnia nel suo insieme e la solidità della sua impresa teatrale. Del teatro aveva scoperto la vera ricchezza, e a quella si votò: fare il suo teatro, un teatro reinventato quasi di sana pianta, di cui fosse autore, regista, attore protagonista e maestro di attori. Un teatro fuori misura e fuori norma, un sapiente impasto di versi-prosa-musica-danza, che resterà nella memoria del teatro contemporaneo come un'eredità ancora da esplorare.
One of the aims of this book is to clear away some clich??s about Viviani (purported narrowness of a culture exclusively regional; the "ghetto" Neapolitan of his theatre; the birth almost casual company; the ostracism suffered by the fascist regime), and observe the artist in the context of theatre material, between the practical needs of the scene. Viviani's force was to have sensed from the beginning that if he limited his theatrical work to just stand shows he had in mind, success would be short-lived. He realized that his theatre could not be exhausted in the show, he was able to look at the same time the quality of the performances and the setting up of a scenic, a tradition recorded in the body of the actor in the scene. He had the foresight's ambition to work not only for its success as an actor-boss, by playwright-actor, but for the quality and effectiveness of the society as a whole and the solidity of his theatrical enterprise. The theater had discovered the true wealth, and the one you voted: make his theatre, a theatre reinvented almost from scratch, of which he was author, Director, actor and teacher of actors. A theater and out of the norm, a skilful mixture of verse-prose-music-dance, which will remain in the memory of contemporary theatre as a legacy yet to be explored.