Le poesie più belle - 9788893252256

Le poesie più belle: «Presso tutti gli uomini», dice Omero nell'Odissea, «i poeti godono della massima venerazione e di rispetto, perché la Musa ha insegnato loro il canto e ha cara la stirpe dei poeti». Per quarant'anni Valentino Zeichen ha passeggiato pelle vie romane consapevole che i poeti non erano più venerati come al tempo dei greci, ma che, se fosse stato vivo, Omero lo avrebbe celebrato come un grande. Moravia non a caso l'aveva riconosciuto come «un Marziale contemporaneo» e altri nel tempo hanno definito questa figura di poeta sui generis «un libertino minimale settecentesco» (Ferroni), «un Gozzano dopo la Scuola di Francoforte» (Pagliarani). un neoclassico beffardo, un dandy, un flàneur, un neo liberty, un hidalgo. Oltre che grande poeta, Zeichen è stato un personaggio la cui vita e le cui opere sono già diventate leggenda insieme ai suoi sandali francescani e alla baracca dietro piazza del Popolo in cui, da austro-ungarico trasferitosi a Roma, ha vissuto nello «sdegnoso rifiuto di un qualsivoglia lavoro e con violenti attacchi alla civiltà dei consumi», come ha avuto modo di scrivere Valerio Magrelli. Non è vero quello che spesso hanno sostenuto i critici, e cioè che la "ragione" fosse unicamente al centro dei suoi componimenti. Al contrario. Valentino Zeichen ha messo subito a nudo il "cuore" in una delle sue prime poesie: «Presumibilmente, / sembro un poeta di alta rappresentanza / sebbene la mia insufficienza cardiaca ha per virtù medica il libro Cuore". E non è neanche vero che Zeichen fosse un antilirico. A riprova di ciò, basta leggere alcune sue poesie sulla madre. Evelina,
"To all men," says Homer in the Odyssey, "poets enjoy the utmost veneration and respect, because the Muse taught them song and cherished the lineage of poets." For forty years Valentino Zeichen walked Roman leather streets aware that poets were no longer revered as in the time of the Greeks, but that, if he had been alive, Homer would have celebrated him as a great. Moravia had recognized him as "a contemporary Martial" and others over time called this figure of poet sui generis "an eighteenth-century minimal libertine" (Ferroni), "a Gozzano after the Frankfurt School" (Pagliarani). a mocking neoclassical, a dandy, a flàneur, a neo liberty, a hidalgo. In addition to being a great poet, Zeichen was a character whose life and works have already become legends along with his Franciscan sandals and the shack behind Piazza del Popolo in which, as an Austro-Hungarian who moved to Rome, he lived in the "disdainful refusal of any work and violent attacks on the civilization of consumption", as Valerio Magrelli wrote. It is not true what critics have often argued, namely that "reason" was solely at the heart of his compositions. Contrary. Valentino Zeichen immediately laid bare the "heart" in one of his first poems: "Presumably, / I look like a poet of high representation / although my heart failure has by medical virtue the book Heart". And it's not even true that Zeichen was an anti-lyricist. To prove this, just read some of his poems about his mother. Evelina