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La cognizione del dolore - 9788811683605
di Gadda Carlo E. edito da Garzanti, 2008
- € 17.60
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La cognizione del dolore
- Autore: Gadda Carlo E.
- Editore: Garzanti
- Collana: Nuova biblioteca Garzanti , Nr. 70
- Data di Pubblicazione: 2008
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 209
- Dimensioni mm: 223 x 153 x 25
- ISBN-10: 8811683602
- ISBN-13: 9788811683605
Maradagal, anni ’30. L’ultimo hidalgo, Gonzalo Pirobutirro D’Eltino, sopravvissuto alla guerra e alla morte dell’amato fratello minore, trascina stancamente, e suo malgrado, quel che resta di una vita vissuta tra spettri ineffabili, – uno su tutti quello dell’anziana e fragile madre – e mostri paurosamente concreti. Il lubrico mondo di Lukones (scialbatura spagnoleggiante dell’autobiografica Longone al Segrino – dove i Gadda possedevano una villa) è sdegnosamente attraversato dal lontano discendente dell’Alceste molieriano, inappellabile gorgone al cui sguardo pietrificante soggiace un’umanità misera, ridicola, a tratti fetida. Gonzalo vorrebbe la solitudine, la nettezza e il silenzio, le sole condizioni che gli permetterebbero di guardare schiettamente il nero oggetto della sua progressiva cognizione: il dolore. E così, negare tutto, persino gli ultimi appigli della speranza – l’amore materno, l’amore di una donna, la fede in Dio – è il primo passo di Gonzalo verso la notte. Tra le spire di una prosa incollata, talora baroccamente esilarante ma non gratuita, Gadda invita il lettore a sondare l’insondabile abisso del suo male, quantunque, come lo stesso autore ebbe modo di sostenere in altri scritti, «non tutto il male è dicibile […] ».
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Maradagal, anni ’30. L’ultimo hidalgo, Gonzalo Pirobutirro D’Eltino, sopravvissuto alla guerra e alla morte dell’amato fratello minore, trascina stancamente, e suo malgrado, quel che resta di una vita vissuta tra spettri ineffabili, – uno su tutti quello dell’anziana e fragile madre – e mostri paurosamente concreti. Il lubrico mondo di Lukones (scialbatura spagnoleggiante dell’autobiografica Longone al Segrino – dove i Gadda possedevano una villa) è sdegnosamente attraversato dal lontano discendente dell’Alceste molieriano, inappellabile gorgone al cui sguardo pietrificante soggiace un’umanità misera, ridicola, a tratti fetida. Gonzalo vorrebbe la solitudine, la nettezza e il silenzio, le sole condizioni che gli permetterebbero di guardare schiettamente il nero oggetto della sua progressiva cognizione: il dolore. E così, negare tutto, persino gli ultimi appigli della speranza – l’amore materno, l’amore di una donna, la fede in Dio – è il primo passo di Gonzalo verso la notte. Tra le spire di una prosa incollata, talora baroccamente esilarante ma non gratuita, Gadda invita il lettore a sondare l’insondabile abisso del suo male, quantunque, come lo stesso autore ebbe modo di sostenere in altri scritti, «non tutto il male è dicibile […] ».
Vicenda allegorica ambientata in un luogo di fantasia dove Gonzalo Pirobutirro vive con la madre nella propria tenuta, aggressivo e diffidente con tutto e tutti. Quando la madre verrà assassinata egli cadrà in una crisi profonda che gli farà credere di essere lui stesso l'omicida anche se sembra sia stato l'istituto di sorveglianza notturna, un gruppo di vigilantes parafascista.