Il gioco dell'angelo - 9788804599296

Un libro eccezionale che dimostra la grande capacità descrittiva di Zafon. Le vicende si susseguono avvolgendo la mente nell’ansia della continua ricerca. Barcellona appare bella e maledetta, città ombrosa che rispecchia il carattere e l’animo del protagonista David. L’amore per la scrittura e la sete del libro perfetto coinvolgono il lettore fino a fargli immaginare luoghi, espressioni, voci e volti. E’ la magia di Zafon che ancora una volta ci fa perdere tra le righe di una vita.

Negli anni venti Daniel Martin è un inserviente che lavora in un giornale locale ma sogna di diventare uno scrittore. Un giorno gli si presenta la possibilità di pubblicare un suo racconto, supportato dal conte Vidal da sempre suo mentore. Ottenuto il successo sperato, inizia a scrivere una serie di thriller nascondendosi dietro uno pseudonimo e rinchiudendosi nella sua casa della torre. Dopo aver scoperto d’avere un tumore al cervello farà la conoscenza di uno strano personaggio di nome Andreas Corelli che in cambio di una guarigione, chiede a Daniel di scrivere un libro che inneggi ad una nuova grande religione. Il giovane scrittore inizia così a vivere in un mondo sempre più oscuro e misterioso, abitato da strane visioni. Un’oscurità misteriosa avvolge le vicende e i personaggi di questo romanzo, che rapprensenta l’opera forse più cupa di Zafon con un vero dedalo di ansie, paure e misteri che circonda il protagonista e l’inquietante Andreas Corelli, e che si rispecchia nella caotica e tumultuosa Barcellona degli anni venti, quando era ancora lontana la minaccia della dittatura franchista.

Questo secondo romanzo di Zafòn è molto legato al primo, L’ombra del vento, sia per la struttura narrativa che per alcuni personaggi. Vi ritroviamo infatti la libreria Sempere, il Cimitero dei Libri Dimenticati, la Barcellona del 1945, e il mistero legato ad un editore oscuro (che per certi versi ricorda il Carax de "L’ombra del vento") nonchè il parallelismo tra la vita del nostro protagonista e l’autore di un libro che questi viene a possedere (come avviene anche ne "L’ombra del vento"). Per certi versi infatti Zafòn non si è liberato della scia del suo primo romanzo: in alcuni tratti può sembrare che stia addirittura scrivendo nuovamente "L’ombra del vento" col solo accorgimento di cambiare qualche aspetto della trama e dei personaggi. Ma nonostante ciò il finale è un colpo al cuore: Il gioco dell’angelo, seppur successivo a L’ombra del vento, ne costituisce un antefatto. La narrazione è scorrevole e di accecante bellezza. L’ombra del vento e Il gioco dell’angelo sono due diversi aspetti dello stesso capolavoro.

libro davvero intrigante..un libro che rapisce..lo stile elegante dell’autore prende totalmente!

Numerosi a mio avviso gli errori di questo romanzo. Tanto il precedente era scorrevole e di dimensioni armoniche quanto questo prende a seconda delle convenienze la forma del pamplet religioso, del libro giallo e così via... I personaggi sono scolpiti molto superficialmente e soprattutto parlano e ragionano tutti quanti con la stessa testa a onta del sesso, dell’età e della condizione sociale. Alcuni dialoghi (specie tra David e Isabella) sono vere e proprie gare (irritanti) alla battuta più sapida e velenosa, senza una qualsiasi relazione con la psicologia della situazione o meno. Gli avvenimenti si succedono numerosi e a volte violenti senza per questa che abbiano il più delle volte un seguito drammatico. Sembra che all’autore interessi solo stordire il più possibile con raffiche di informazioni il lettore per stordirlo, ma non riuscendo a dare consequenzialità drammatica a fatti e avvenimenti