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Al-Andalus omeyade (714-929). Architetture, cultura urbana e territorio - 9788891751881
di Gianluigi Ciotta edito da Franco Angeli, 2017
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Al-Andalus omeyade (714-929). Architetture, cultura urbana e territorio
- Autore: Gianluigi Ciotta
- Editore: Franco Angeli
- Collana: Storia dell'archit. e delle città. Studi , Nr. 7
- Data di Pubblicazione: 2017
- Genere: ARCHITETTURA
- Argomenti : Architettura Storia
- Pagine: 192
- ISBN-10: 889175188X
- ISBN-13: 9788891751881
Al-Andalus omeyade (714-929). Architetture, cultura urbana e territorio: Alla fine dell'Emirato omeyade (929), il processo di islamizzazione di al-Ándalus era ampiamente diffuso, sebbene con effetti diversificati e contrastanti nei vari territori. I centri urbani e le sedi episcopali ubicati lungo la linea costiera orientale della penisola iberica e quelli lungo la linea occidentale che in epoca tardoantica erano stati importanti e rinomate sedi politico-amministrative e religiose, attraversarono, per ragioni ancora non del tutto chiarite dagli esiti dei resti archeologici e dalle testimonianze scritte lacunose, un periodo di decadenza nei secoli VIII-X. Nei territori attraversati dai fiumi Guadiana e Guadalquivir, nella valle dell'Ebro, in parte dell'area del fiume Tago e nel sud-est della penisola, numerosi centri migliorarono ulteriormente le loro condizioni politico-economiche e la loro organizzazione interna, rispetto ai tempi precedenti. Soprattutto fiorenti furono i siti dislocati lungo la linea che collegava Mérida con Saragozza, passando per Siviglia, Cordova e Toledo, abitati da numerosi Musulmani (Arabi e Berberi, in prevalenza), da Cristiani convertiti all'Islamismo e da nuclei di Ebrei, frequentati da colti e pii giuristi (ulemas) che si adoperarono per diffondere la conoscenza del Corano, oltre che nel mondo islamico, anche in al-Ándalus. Queste cinque città, tutte bagnate da grandi fiumi, possedevano moschee, alcázar, palazzi governativi, zocos, barrios con strade tortuose e adarves, all'interno delle loro medine circondate da possenti mura, mentre extramuros erano sparsi arrabales privi di cinta (insediamenti rurali sorti attorno
At the end of the Emirate omeyade (929), the process of Islamisation of al-??ndalus was widespread, although with diverse and conflicting effects in the various areas. Urban centres and the Episcopal sees located along the eastern coastline of the Iberian Peninsula and those along the Western line during late Antiquity had been important and famous political-administrative and religious offices, crossed, for reasons still not entirely clear from the results of the archaeological remains and the written testimony contains gaps, a period of decline over the centuries VIII-X. In areas crossed by the rivers Guadiana and Guadalquivir, in the Ebro Valley, in the area of the Tagus River and Southeast of the peninsula, many centers further improved their politico-economic conditions and their internal organisation, compared to earlier times. Especially flourishing were the sites located along the line that connected M??rida with Zaragoza, passing through Seville, Cordoba and Toledo, inhabited by many Muslims (Arabs and Berbers, mainly), by Christian converts to Islam and by groups of Jews, learned and pious's lawyers (ulemas) who strove to spread knowledge of the Koran, as well as in the Islamic world, including in al-??ndalus. These five cities, all wet from major rivers, owned mosques, alc??zar, government buildings, zocos, barrios with winding roads and adarves, inside their medine surrounded by mighty walls, while outside the walls were scattered arrabales without cinta (rural settlements sprung up around
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