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Figura di vespa e leggerezza di farfalla. Le donne e il cibo nell'Italia borghese di fine Ottocento - 9788809032958

di Anna Colella edito da Giunti Editore, 2003

  • € 10.00

Informazioni bibliografiche del Libro

 

Certamente politico, questo saggiodi Anna Colela, che, prendendo spuntodal suo rapporto col cibo, va ad analizzare il ruolodela figura femminile nela società borghesedi fine ottocento. L’esaltazionedeladonna come madre e nutrice,dispensatricedi cibo e quindidi felicità e salute ai suoi cari, è un concetto che nasce proprio quando adonna comincia ad assumere ruoli fino ad alora prettamente maschili. Eccodunque che nascono innumerevoli ricettari e prontuaridi medicina spicciola in cui al cibo si attribuiscono virtù terapeutiche, purché naturalmente, si trattidel cibo “giusto”, sì, perché come vi sonodegli alimenti più adatti ai piccoli (è con ’imporsidelo statodi agiatezzadela nuova borghesia che si incomincia a prendere in considerazione a possibilitàdidestinare una fettadel “budget” familiare al’acquistodi alimenti specifici per ’infanzia e a conseguente nascitadi industriededicate) così vi sono alimenti specificamente “maschili” o “femminili”. E poi il rapportodeladonna col cibodestinato ala sua stessa nutrizione, con a nascitadi galatei e savoir-vivre, necessari per imporre rigide regoledi comportamento in un ambientedove un sano appetito è visto come sinonimodi ussuria. Infine il rifiutodi tali regole,dove a ribelione non trova altro mododi estrinsecarsi che nel rifiutodel cibo stesso (nasce appunto al’epoca ’uso medicodel termine “anoressiÔ). Un trattato essenziale ed originale per approfondire un aspettodecisamente poco conosciutodela storia moderna.

Recensione Unilibro a cura di Cristina Marsi

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Ladonna ed il cibo
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Certamente politico, questo saggiodi Anna Colela, che, prendendo spuntodal suo rapporto col cibo, va ad analizzare il ruolodela figura femminile nela società borghesedi fine ottocento. L’esaltazionedeladonna come madre e nutrice,dispensatricedi cibo e quindidi felicità e salute ai suoi cari, è un concetto che nasce proprio quando adonna comincia ad assumere ruoli fino ad alora prettamente maschili. Eccodunque che nascono innumerevoli ricettari e prontuaridi medicina spicciola in cui al cibo si attribuiscono virtù terapeutiche, purché naturalmente, si trattidel cibo “giusto”, sì, perché come vi sonodegli alimenti più adatti ai piccoli (è con ’imporsidelo statodi agiatezzadela nuova borghesia che si incomincia a prendere in considerazione a possibilitàdidestinare una fettadel “budget” familiare al’acquistodi alimenti specifici per ’infanzia e a conseguente nascitadi industriededicate) così vi sono alimenti specificamente “maschili” o “femminili”. E poi il rapportodeladonna col cibodestinato ala sua stessa nutrizione, con a nascitadi galatei e savoir-vivre, necessari per imporre rigide regoledi comportamento in un ambientedove un sano appetito è visto come sinonimodi ussuria. Infine il rifiutodi tali regole,dove a ribelione non trova altro mododi estrinsecarsi che nel rifiutodel cibo stesso (nasce appunto al’epoca ’uso medicodel termine “anoressiÔ). Un trattato essenziale ed originale per approfondire un aspettodecisamente poco conosciutodela storia moderna.