Almanacco navale della Seconda guerra mondiale (1939-1945) - 9788862885560

Almanacco navale della Seconda guerra mondiale (1939-1945): Il 1° settembre 1939, ottant'anni fa, l'attacco tedesco alla Polonia dava il via a quella che in breve tempo sarebbe divenuta la Seconda guerra mondiale. Da subito, l'elemento navale ebbe un ruolo fondamentale. A sparare i primi colpi della guerra, contro Danzica, era stata una vecchia corazzata tedesca veterana del precedente conflitto mondiale e, simbolicamente, la resa del Giappone sarebbe stata firmata, il 2 settembre 1945, sul ponte di una fiammante corazzata americana. Questo libro traccia lo status delle flotte allo scoppio della guerra, al momento del loro coinvolgimento e il loro sviluppo bellico. Tale ricerca si estende anche alle realtà minori, quasi sempre tenute in ombra dalla pubblicistica storico-navale: quei Davide che talvolta si batterono contro i Golia avversari, come le Marine finnica e olandese, greca e polacca, tailandese e cinese. Senza contare altri apporti, come quello brasiliano, mentre anche le Marine neutrali dovettero comunque mobilitarsi per difendere le acque territoriali e gli interessi nazionali.
On 1 September 1939, eighty years ago, the German attack on Poland gave rise to what would soon become the Second World War. From the outset, the naval element played a key role. The first shots of the war, against Gdansk, had been an old German battleship veteran of the previous world war and, symbolically, the surrender of Japan would be signed, on 2 September 1945, on the bridge of a flaming American battleship. This book traces the status of the fleets at the outbreak of war, at the time of their involvement and their war development. This research also extends to the minor realities, almost always overshadowed by the historical-naval publicity: those Davids who sometimes fought against the opposing Goliaths, such as the Finnica and Dutch Marines, Greek and Polish, Thai and Chinese. Not to mention other contributions, such as the Brazilian one, while even the neutral Marines still had to mobilize to defend territorial waters and national interests.