Diario partigiano - 9788806219925

Il Diario Partigiano di Ada Gobetti Marchesini Prospero rappresenta una testimonianza di prima mano affascinante e sorprendente, in tempi di rimozione e travisamento della memoria, di cosa sia stata concretamente la Resistenza momento per momento, negli aspetti anche più comuni, quando non triviali, così come in quelli eroici, e quindi della profondità, forza e valore dei principi e delle istanze da cui era nata e su cui era vittoriosamente cresciuta. Il testo riproduce in chiaro e riordina note diaristiche scritte dalla vedova di Piero Gobetti in un inglese cifrato durante i giorni della lotta partigiana a Torino e nella valli della sua provincia occidentale. La ristesura in forma leggibile di quelle note avvenne a seguito della sollecitazione da parte di Benedetto Croce che di Ada Prospero era da molto tempo amico. E tale richiesta di Croce veniva dalla necessità che egli, rimasto nel Sud liberato per tutto il tempo che si protrasse la lotta partigiana, sentiva di conoscere con maggiore dettaglio e senza il filtro dell’ufficialità le prove e le condizioni in cui quella lotta si era svilupatta, e con essa i profondi valori che avrebbero dato vita alla nostra democrazia e alla sua costituzione. A questa esigenza il Diario risponde in modo eccellente e ancora meglio oggi quando con sin troppa facilità quella esperienza è banalizzata, quando non falsificata, alterando con ciò anche la capacità di affrontare il nostro presente. Il testo è scritto con una prosa piacevole e scorrevole e si affianca con questo a buon diritto alla produzione della grande stagione della lettaratura italiana del dopoguerra. Un suggerimento per approfondirne la lettura, e la conoscenza e comprensione dei fatti e delle condizioni di tempo così importante per il nostro presente è quello di leggere insieme al libro di Ada Gobetti un altro bellissimo diario partigiano, "I Giorni Veri" di Giovanna Zangrandi. Mentre il Diario di Ada Gobetti ci permette di leggere la Resistenza dalla prospettiva di una organizzatrice, un membro del vertice del C.L.N. torinese, sia pure vivente costantemente a diretto contatto delle minacce e dei pericoli dell’attività clandestina, I Giorni Veri della Zangrandi ci restituisce la prospettiva della lotta dal basso vissuta e vista da una partigiana operante in una zona, il Cadore, lontana dai grandi centri urbani e vicina alle vie di comunicazione dell’esercito occupante con la Germania. Insieme i due testi, oltre ad avere entrambi un notevole valore letterario e ad assicurare quindi una piacevole lettura in se e per se, rappresentano una ottima occasione di approfondimento storico.