Non avere paura di cadere. La libertà al tempo dell'insicurezza - 9788804717362

Non avere paura di cadere. La libertà al tempo dell'insicurezza: «Memori delle tirannie che l'avevano mortificata, nella seconda metà del Novecento abbiamo amato il carattere esaltante della libertà come liberazione da ogni catena. Ma ora che finalmente abbiamo raggiunto tale condizione, nuove ombre si allungano attorno e dentro di noi». A cinquant'anni dalla «primavera in cui le strade e le piazze del nostro paese risuonarono del vibrante grido di libertà», quel concetto delicato e prezioso, coltivato dalla generazione dei baby boomer, è a rischio di collasso. La sempre maggiore richiesta di sicurezza, la ricerca di qualcuno o qualcosa in grado di restituire un po' di ordine, rischiano oggi più che mai di farci sacrificare la tanto agognata libertà e di indebolire le basi di solidarietà, tolleranza e fratellanza su cui la nostra società si fonda. Avremmo bisogno, sostiene Mauro Magatti, di una libertà che sappia essere responsabile, una libertà capace di indignazione, dedizione, affezione, in grado di non rinchiudersi nella consolazione di un godimento solipsistico ma di creare nuovi legami, una libertà che sappia ricostituire luoghi e processi di produzione di senso collettivo. E poiché la libertà va allenata, individualmente e collettivamente, ecco allora cinque «movimenti» che, come una ginnastica, possono aiutarci a sbloccare ciò che si sta intorpidendo. Primo: dire no, opporsi, resistere, dissentire. Secondo: coltivare lo spirito di iniziativa. Terzo: farsi ingaggiare, senza farsi imprigionare. Quarto: lasciare andare. Quinto: far circolare la libertà. Perché la libertà è una sfida, eccitante, complessa, quotidiana, che non riguard
"Remembering the tyranny that had mortified her, in the second half of the twentieth century we loved the exhilarating character of freedom as liberation from every chain. But now that we have finally reached this condition, new shadows are stretching around and within us." Fifty years after the "spring in which the streets and squares of our country resounded the vibrant cry of freedom", that delicate and precious concept, cultivated by the generation of baby boomers, is at risk of collapse. The ever-increasing demand for security, the search for someone or something capable of restoring some order, now risk us more than ever to make us sacrifice the much-desired freedom and to weaken the foundations of solidarity, tolerance and brotherhood on which our society is founded. We would need, argues Mauro Magatti, a freedom that knows how to be responsible, a freedom capable of indignation, dedication, affection, able not to lock itself in the consolation of a solipsistic enjoyment but to create new bonds, a freedom that reconstitute places and processes of collective production. And because freedom must be trained, individually and collectively, then there are five "movements" that, like gymnastics, can help us unlock what is getting numb. First, say no, oppose, resist, disagree. Secondly, cultivate the spirit of initiative. Third, get engaged, without being imprisoned. Fourth: let go. Fifth, to circulate freedom. Because freedom is a challenge, exciting, complex, daily, that does not