Storie di donne e di pianura - 9788868060480

Storie di donne e di pianura: Storie ordinarie, raccontante senza tacerne l'ordinaria violenza: la violenza domestica, la violenza dei sentimenti inespressi, delle decisioni non prese, della depressione ricorrente, delle frustrazioni insopportabili, la violenza di una società che assegna dei ruoli ed esige che siano rispettati. Una violenza quasi mai riconosciuta, forse mai raccontata, non per questo meno grave o dolorosa di una violenza evidente come uno stupro. In 16 racconti, l'autrice dipinge il ritratto di una famiglia qualunque del Nord Italia, più o meno cattolica, più o meno borghese, per nulla rivoluzionaria, povera prima della guerra, arricchita negli anni '50 e, allo stesso tempo, descrive la condizione femminile vista dal suo interno, che si tratti della casalinga di Voghera, o della giovane intellettuale emigrata all'estero. Onnipresente è la pianura, che si estende eterna fino all'orizzonte, con la sua nebbia così fitta da nascondere persino le mani ma da permettere di vedersi l'anima, con il suo tempo che scorre monotono e gli anni che si ripetono uno uguale all'altro, e diventa metafora di un'esistenza senza via d'uscita, di cui non comprendiamo il significato. Ma è anche la pianura fatta di fiumi che superano tutti gli ostacoli per arrivare sempre fino al mare, di venti che portano storie di paesi lontani, di alberi che parlano e ci insegnano il segreto per trovare in ogni giorno la forza di vivere.
Ordinary routine in silence, telling stories without violence: domestic violence, the violence of the decisions not taken, the unexpressed feelings, recurrent depression, unbearable frustrations, violence by a company that assigns roles and demands are met. A violence almost never recognized, perhaps ever told, no less serious or painful overt violence like rape. In 16 stories, the author paints a portrait of a family in Northern Italy, Catholic any more or less, more or less bourgeois revolutionary at all, poor before the war, enriched over the years ' 50 and, at the same time, describes the status of women view from inside, whether it's the housewife of Voghera, or the young intellectual who emigrated abroad. Omnipresent is the plain, stretching to the horizon, with its eternal fog so thick to hide even the hands but you can see the soul, with its long flowing monotonous and repeating a year equal to the other, and it becomes a metaphor for a life with no way out, of which we do not understand the meaning. But it is also the plain made up of rivers that pass all the obstacles to arrive always to the sea of winds that bring stories of distant lands, of trees that talk and teach us the secret to finding the strength to live in every day.