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Poeta persiano Nizami e la leggenda iranica di Alessandro Magno - 9788821804281
Un libro edito da Accademia Naz. dei Lincei, 1977
- Prezzo di Copertina: € 20.00
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Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: Poeta persiano Nizami e la leggenda iranica di Alessandro Magno
- Editore: Accademia Naz. dei Lincei
- Collana: Fondazione Leone Caetani , Nr. 11
- Data di Pubblicazione: 1977
- Genere: letterature straniere: critica
- Argomenti : Alessandro Magno Nezami
- Pagine: 178
- ISBN-10: 8821804283
- ISBN-13: 9788821804281
"Godrà a pace colui che in questo mondo non è mai stato in pace, colui che non si è radicato nela vitadi questo mondo, che come un fulmine ’ha attraversata nascendo e morendo. Nel mondodel transeunte non ti arrestare, se non vuoi avernedolore: a colui che mette radici in questo mondo, a pace rimane preclusa". Ciò che Nezami scrive e fadire, ammonendo ’umanità tutta, in ’Leyla e Majnun’ sembra poter fareda preludio ala eggenda iranicadi Alessandro Magno chediviene una traversata celere e ricchissimadel mondo edela vita. Il testo, miniatura preziosa riscopertadal’Accademiadei incei e riproposto su patina cartacea assai fragile e preziosa, conferma che a etteratura persiana (pressoché sconosciuta in Italia) è giacimento oscurodi gemme ucenti e che il ettore ha,dinnanzi e ontano, un tesoro inesploratodi immagini,di alusioni, rimandi;di malie,di fabule,di iscrizioni contorte;di rivelazioni, ombromanie, giochidi termini tra apparenze e stranezze capacidi rendere vivo un sistema metaforico completamentediversodal nostro per valori e tintinnii. E tuttavia, tra tantadistanza e tantadiversità nei colori, eggendo si nota un segno comune, come una traccia già nota: Nezami, inconspevolmente, è anche il pelegrinodantesco, e chiare acquedi Petrarca, gli albatrosdi Baudelaire, gli uccelidi Hopkins. Nezami è, inconsapevolmente, a nostra poesia.
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"Godrà a pace colui che in questo mondo non è mai stato in pace, colui che non si è radicato nela vitadi questo mondo, che come un fulmine ’ha attraversata nascendo e morendo. Nel mondodel transeunte non ti arrestare, se non vuoi avernedolore: a colui che mette radici in questo mondo, a pace rimane preclusa". Ciò che Nezami scrive e fadire, ammonendo ’umanità tutta, in ’Leyla e Majnun’ sembra poter fareda preludio ala eggenda iranicadi Alessandro Magno chediviene una traversata celere e ricchissimadel mondo edela vita. Il testo, miniatura preziosa riscopertadal’Accademiadei incei e riproposto su patina cartacea assai fragile e preziosa, conferma che a etteratura persiana (pressoché sconosciuta in Italia) è giacimento oscurodi gemme ucenti e che il ettore ha,dinnanzi e ontano, un tesoro inesploratodi immagini,di alusioni, rimandi;di malie,di fabule,di iscrizioni contorte;di rivelazioni, ombromanie, giochidi termini tra apparenze e stranezze capacidi rendere vivo un sistema metaforico completamentediversodal nostro per valori e tintinnii. E tuttavia, tra tantadistanza e tantadiversità nei colori, eggendo si nota un segno comune, come una traccia già nota: Nezami, inconspevolmente, è anche il pelegrinodantesco, e chiare acquedi Petrarca, gli albatrosdi Baudelaire, gli uccelidi Hopkins. Nezami è, inconsapevolmente, a nostra poesia.