Scuola del mondo. Nove saggi sul romanzo del XX secolo - 9788874623921

Scuola del mondo. Nove saggi sul romanzo del XX secolo: Se la storia e la teoria della letteratura diventano sempre più nemiche dell'arte del romanzo, solo i romanzieri possono dire qualcosa di interessante sulla loro arte. Da questa realtà trae spunto l'idea di raccogliere nove saggi letterari scritti a diverse latitudini. La storia del romanzo è sovranazionale e così dovrebbe esserlo la critica letteraria. Dalla Francia di Taillandier e Scarpetta alla Spagna di Goytisolo, dall'America Latina di Fuentes all'Italia di Affinati e Moresco, dalla Grecia di Proguidis al mondo anglossassone di James Wood e al Canada anglofrancofono di Francois Ricard, i diversi saggi riflettono ciascuno su un'opera di un grande romanziere del xx secolo, da Kafka a Musil, da Hemingway a Svevo, da Faulkner a Kundera. Baudelaire, all'inizio della nostra modernità, ha affermato che "quanto più la critica è personale tanto più è universale". C'è da aggiungere altro? Forse questo: la sopravvivenza delle opere d'arte dipende dalla nostra capacità di non spezzare il legame famigliare, perfino organico, che ci lega a loro. Se rinunciamo a pensare in modo libero il senso, la qualità e la novità formale delle opere, di quelle presenti come di quelle passate, esse precipiteranno ben presto al rango di décor, di ornamento, destinato a documentare un'epoca storica, ma non a rivelarla.
If the history and theory of literature becoming increasingly inimical to the art of the novel, only the novelists can say something interesting about their art. This fact inspired the idea to collect nine literary essays written at different latitudes. The story of the novel is supranational and so should be literary criticism. From France to Spain, the liner's Taillandier Latin America Fuentes to Italy by Goytisolo refined and Moorish, from Greece to the world of Saxon Proguidis James Wood and Francois Ricard anglofrancofono Canada, the essays reflect each on an artwork of a great novelist of the 20th century, from Kafka and Musil, from Hemingway to Svevo, from Faulkner to Kundera. Baudelaire, at the beginning of our modernity, said that "the more the criticism is personal to the more universal". Need to say more? Maybe this: the survival of artworks, depends on our ability to not break the family bond, even organic, which links us to them. If we give up thinking in a free way, formal quality and novelty of the works, by those present as to past ones, they rush out soon to the rank of d??cor, ornament, intended to document a historical era, but not to reveal it.