Troppo intelligenti per essere felici? La plusdotazione intellettiva; riconoscerla, comprenderla, conviverci - 9788817143486

Troppo intelligenti per essere felici? La plusdotazione intellettiva; riconoscerla, comprenderla, conviverci: Come può un'intelligenza sopra la media essere un peso da portare anziché un dono di cui essere fieri? Com'è possibile che ostacoli, anziché favorire, la nostra felicità? E come invece possiamo sfruttare al massimo il nostro pensare e sentire fuori dal comune? L'autrice, celebre psicologa francese, si occupa per la prima volta della plusdotazione intellettiva degli adulti: una condizione quasi impossibile da diagnosticare, e che riguarda in realtà un numero altissimo di persone. Caratteristica peculiare di questa condizione, oltre all'iperattività cerebrale, è l'ipersensibilità emotiva - e quindi nervosismo, tendenza alla depressione, empatia eccessiva, amplificata reattività emotiva. L'intelligenza è una grandissima forza, certo, ma anche un continuo, estenuante interrogarsi che può generare sofferenze, incomprensioni, derive esistenziali. "Strani rapporti" - ha scritto Maurice Blanchot "l'estremo pensiero e l'estrema sofferenza aprono forse il medesimo orizzonte? Forse soffrire è, in definitiva, pensare?"
How can above-average intelligence be a burden to carry rather than a gift to be proud of? How is it possible that it hinders, rather than fosters, our happiness? And how can we make the most of our thinking and feeling out of the ordinary? The author, a renowned psychologist French, deals for the first time with the intellectual endowment of adults: a condition almost impossible to diagnose, and that actually affects a very high number of people. Characteristic of this condition, in addition to brain hyperactivity, is emotional hypersensitivity - and therefore nervousness, tendency to depression, excessive empathy, amplified emotional reactivity. Intelligence is a great force, of course, but also a continuous, exhausting questioning that can generate suffering, misunderstandings, existential drifts. "Strange relationships" - wrote Maurice Blanchot "extreme thought and extreme suffering open the same horizon? Perhaps suffering is, ultimately, to think?"