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La solitudine dei numeri primi - 9788804607748
di Paolo Giordano edito da Mondadori, 2010
Informazioni bibliografiche del Libro
- Titolo del Libro: La solitudine dei numeri primi
- Autore: Paolo Giordano
- Editore: Mondadori
- Collana: Scrittori italiani e stranieri
- Data di Pubblicazione: 2010
- Genere: letteratura italiana: testi
- Pagine: 304
- Dimensioni mm: 222 x 0 x 31
- ISBN-10: 8804607742
- ISBN-13: 9788804607748
I numeri primi, simili, così vicini ma mai abbastanza da toccarsi. Eccoli Alice e Mattia. All’unisono. E Soli. Entrambi soggiogati dalle conseguenze di un evento devastante, senza riuscire a riscattarsi da quella colpa. Si incontrano, si comprendono, si sostengono, si cercano, per tutta la vita, sono quasi una cosa sola, ma mai fino in fondo. Un libro che ti tiene col fiato sospeso sino all’ultima parola, tra la tensione e la speranza di quel cambiamento che sembra dietro l’angolo, a portata di mano, nalla loro affinità, un riscatto che non può avvenire. Anche quell’ultima chiamata sembra preludere il raggiungimento dell’equilibrio che manca ad entrambi. Un finale che spiazza ma nello stesso tempo è chiaro che non potrebbe essere altrimenti. E’ quasi tangibile il tendere dei due protagonisti verso la completezza, nella loro unione, ma sono due numeri primi, gemelli, ma pur sempre numeri primi. E’ un cerchio perfetto che si chiude. E’ il libro migliore che abbia letto negli ultimi anni.
Recensioni Scrivi la tua recensione del libro "La solitudine dei numeri primi"
La solitudine dei numeri primi
Giordano Paolo
edizioni Mondadori
Scrittori italiani e stranieri
, 2008
-5%
La solitudine dei numeri primi
Giordano Paolo
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Oscar absolute
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Il corpo umano
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Lombardi V. (cur.)
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Keta. Una volta all'anno è lecito impazzire
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La masseria delle allodole
libro di Arslan Antonia
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E’ un libro molto bello e che consiglio di leggere in particolar modo a chi si interessa di psicologia dell’età evolutiva. La storia di questi due ragazzi, i loro temperamenti, il (non) rapporto con i genitori, le loro relazioni (distorte) con i coetanei, ma soprattutto il trauma vissuto da bambini, hanno segnato il destino delle loro vite mai pienamente vissute e sempre oscurate dall’ombra dell’irrisolto.
I numeri primi, simili, così vicini ma mai abbastanza da toccarsi. Eccoli Alice e Mattia. All’unisono. E Soli. Entrambi soggiogati dalle conseguenze di un evento devastante, senza riuscire a riscattarsi da quella colpa. Si incontrano, si comprendono, si sostengono, si cercano, per tutta la vita, sono quasi una cosa sola, ma mai fino in fondo. Un libro che ti tiene col fiato sospeso sino all’ultima parola, tra la tensione e la speranza di quel cambiamento che sembra dietro l’angolo, a portata di mano, nalla loro affinità, un riscatto che non può avvenire. Anche quell’ultima chiamata sembra preludere il raggiungimento dell’equilibrio che manca ad entrambi. Un finale che spiazza ma nello stesso tempo è chiaro che non potrebbe essere altrimenti. E’ quasi tangibile il tendere dei due protagonisti verso la completezza, nella loro unione, ma sono due numeri primi, gemelli, ma pur sempre numeri primi. E’ un cerchio perfetto che si chiude. E’ il libro migliore che abbia letto negli ultimi anni.
E’ un libro che fa male! Eppure, mentre lo leggevo, prima ancora di finirlo, continuava a tormentarmi il desiderio di rileggerlo, tornare indietro, appropriarmi delle parole, del senso, della scrittura e del contenuto. E non mi era mai successo con nessun altro libro. Intenso, scava negli angoli bui dell’anima e lascia spazio al desiderio di rinascere.
Situazioni forti fatte vivere a due intelligenti adolescenti; azioni a loro imposte anche contro la volontà dalle rispettive famiglie. Obblighi che i ragazzini, cercando comunque di portare a termine, si sono trasformati in condizioni e situazioni disastrose che hanno segnato sia fisicamente che psicologicamente la loro tenera età. Questa giovinezza che, pur svanendo man mano col passare degli anni, non è però riuscita a rimuovere quelle atrocità subite e vissute inizialmente e che hanno quindi influito negativamente sui legami e sull’espandersi dei loro sentimenti. Affetti, sensazioni e legami sofferti ed abbandonati, contatti impossibili da riuscire a portare avanti col loro ferito stato interiore. Un sentimento apparentemente poi finalmente ritrovato ma anch’esso verificatosi alla fine inattuabile, finendo così di proseguire lontani ed ognuno con la propria vita e la propria solitudine.
Alice e Mattia, due numeri primi, due ragazzi segnati da un passato doloroso. Alice, che sin da bambina viene obbligata da un padre autoritario a partecipare ai corsi di sci, sport che Alice odia, quello sport che le ha rovinato l’esistenza, Si, perchè Alice alla lezione di sci ci va, nonostante il latte della colazione le sia rimasto sullo stomaco e nonostante la discesa le faccia paura. Ed è proprio in quella nebbiosa mattina che la bambina viene staccata dal gruppo dei compagni e perdendosi nella foschia della montagna se la fa addosso. E’ avvilita Alice, ma nonostante ciò tenta di scendere lo stesso da quella discesa che tanto la terrorizza e sarà proprio quella pista che segnerà la sua vita facendole perdere l’uso parziale della gamba. E poi c’è Mattia, un bambino intelligente costretto dai genitori a crescere in fretta. Si, perchè Mattia quella gemella ritardata non se l’è scelta, e non è compito suo badare alla sorella per la maggior parte della giornata. Mattia è un bambino e come tale vuole svagarsi e divertirsi e Michela per lui è solo un peso, un'umiliazione, un piccolo fardello da portarsi dietro ogni giorno. Così , quando il compagno di classe lo invita alla sua festa di compleanno, Mattia abbandona Michela per qualche ora nel parco, dicendole di aspettare sulla panchina fino al suo ritorno. Ma Michela, quando Mattia torna, ormai non c’è più... Un’inizio agghiacciante con un seguito che vede i due ragazzi dapprima adolescenti e poi adulti sempre più legati tra di loro ma nello stesso tempo sempre più distanti. Un romanzo dolce e amaro nello stesso tempo, una storia fuori dal comune capace di emozionare fino alle lacrime...
I gesti che si compiono e si subiscono, le offese inferte e ricevute, si stratificano sulla pelle della nostra anima. Avanziamo nel mondo con zavorre di cui non ci possiamo liberare - per chi Crede- neanche con il Sacramento della Confessione. Protagonista e’ generalmente, il principale personaggio e colui che più’ di altri influisce sulle vicende. In questo caso, in questo libro, i due personaggi non si potrebbero definire tali. Subiscono dagli adulti gesti che si trasformano prestissimo in conseguenze per loro stessi e per coloro che li frequentano. Scelte incoscienti, inaspettate, improbabili si richiedono a colui che percorre le strade della vita sui marciapiedi occupati da SUV inopportuni. L’equazione che lega scelte e conseguenze e’ sconosciuta ma sicuramente non e’ lineare. Il karma accumulato e smaltito in questa o - ancora una volta, per chi ci Crede - in vite precedenti, produce effetti che diventano cause come le due mani di Escher. "Cio’ che non ci uccide ci rafforza" e come in una tragedia greca la catarsi dei personaggi, divenuti finalmente Protagonisti della loro vita, avviene in modo istantaneo quasi un flash. Ma non e’ vero che la linea del traguardo, anche nelle corse piu’ dure e lunghe, non e’ spessa piu’ di un attimo?
Questo libro è cattivo. Non cattivo perchè è mal scritto, anzi, chi apprezza lo stile troverà che le parole scorrono a meraviglia e si incastrano l’una dietro l’altra perfettamente come pezzi di puzzle. Il libro è cattivo perchè pare che prenda ogni personaggio e lo torturi, senza lasciare indenne nessuno. I due protagonisti, entrambi reduci di traumi infantili, adolscenze sofferte e dubbie età adulte, sono quelli che soffrono più di tutti. I personaggi secondari, quelli che ruotano attorno a loro, vengono afflitti da più o meno gravi situazioni dolorose. Il ragazzo innamorato non ricambiato dal protagonista. L’amica serpe della protagonista, bellissima e vuota, insoddisfatta e gratuitamente crudele. I genitori del protagonista, inquietati dal loro stesso figlio. Il marito della protagonista, intrappolato in un matrimonio che desiderava diverso. Leggendo il libro, mi sono sentito affascinato dalla scorrevole semplicità delle descrizioni ma afflitto dal ciclo di dolore che ogni personaggio attraversava. Un barlume di speranza si avverte nel finale aperto, che comunque lascia un senso di delusione per le azioni inconcludenti che i due personaggi principali compiono. E’ un libro cattivo ma non un brutto libro. L’ho trovato frustrante ma non noioso; triste ma non disgustoso. Una lettura che può benissimo essere portata a termine senza il avvertire il bisogno di gettare il libro nel fuoco. Certo, se qualcuno è alla ricerca di un lieto fine classico, farebbe meglio a puntare altrove la propria attenzione.
Mi spiace, ma dopo averlo letto, e riletto per fugare ogni dubbio, devo dire che questo libro non mi è piaciuto e non riesco a giustificarne la fama che lo ha accompagnato da quando è stato pubblicato. Non dico sia bruttissimo, per carità, ma trovo che prometta, prometta e prometta .... senza poi arrivare a nulla. Scialbo, ecco come potrei definirlo. naturalmente è una opinione personale, quindi assolutamente non condivisibile. Ma è la mia. Saluti a tutti
è un libro che ho letto tutto d’un fiato ma che, alla fine, mi ha lasciata con l’amaro in bocca. bello il racconto dell’interazione tra Alice e Mattia, due ragazzini, divenuti adulti, legati da uno strano rapporto di affetto/amore che, però, non riesce mai a concretizzarsi realmente. sono due emarginati dalla vita, per episodi da loro stessi causati. ambedue sembrano non avere aspirazioni di nessun tipo, sembra che vogliano rimanere in balia di quella corrente che è la vita, senza cercare di cambiare direzione.
Può un bambino crescere col rimorso di avere abbandonato al suo destino la sorellina ritardata? Mattia farà i conti per tutta la vita con la sua innocenza di bimbo che per una volta vuole fare parte di una festa di amichetti "da solo",senza la sorellina "strana". Il suo destino si incrocerà spesso con quello di Alice su binari che sembrano non incontrarsi mai del tutto. Una storia struggente e imperdibile Stefania